La Plasticità Neuronale è l’assunto di base delle neuroscienze, ovvero la capacità del cervello di “riformarsi” e “modificarsi” in un processo costante di auto creazione noto con il termine di autopoiesi.
Durante la fase adolescenziale il cervello subisce nuove trasformazioni tra i sistemi neurali e i loro differenti neurotrasmettitori in zone non ancora ben strutturate. La corteccia frontale, deputata al controllo degli impulsi, alla pianificazione e modulazione delle emozioni sembra, infatti, non funzionare correttamente prima dei 20 anni. Questo ritardo nella maturazione della corteccia prefrontale sembra essere la premessa secondo la quale l’adolescenza sia una età caratterizzata da una maggiore propensione alla gratificazione e al piacere, essendo principalmente attivi i circuiti primitivi della corteccia cerebrale.
Le droghe hanno diversi meccanismi d’azione ma tutte hanno la capacità di aumentare la quantità di dopamina nel sistema della gratificazione. La cocaina, ad esempio, impedendo il riassorbimento della dopamina nel neurone che l’ha liberata, fa sì che essa rimanga nella fessura sinaptica per un periodo di tempo prolungato, stimolando i neuroni del circuito della gratificazione in misura anomala e molto maggiore rispetto a quanto non facciano gli stimoli piacevoli naturali. Il cervello recepisce questa informazione come una scossa di intenso piacere, molto superiore rispetto ai piaceri naturali, e che tenderà, quindi, a voler ripetere. Quindi un adolescente, da un punto di vista fisiologico ed emotivo ,sembra essere più sensibile agli effetti delle droghe e più esposto ai rischi della suggestione del piacere immediato.
I processi di plasticità neuronale sono controllati, in parte, dagli stessi neurotrasmettitori. Poiché le diverse droghe, come la cocaina, l’amfetamina, la marijuana, l’eroina e l’alcol modificano l’azione di molti neurotrasmettitori, esse alterano le normali condizioni e quindi la plasticità cerebrale, arrivando ad influenzare lo sviluppo neurobiologico del cervello dell’adolescente, modificandone la struttura e quindi le sue funzioni cognitive, emotive e comportamentali. Vengono, infatti, spesso evidenziati problemi di attenzione, della memorizzazione, dell’autocontrollo o della capacità di giudizio.
Attraverso le neuroimmagini è emerso che l’uso prolungato di droghe provoca un’alterazione del volume di sostanza grigia con conseguente compromissione del funzionamento neuropsicologico; inoltre, danneggia la sostanza bianca rallentando quindi la comunicazione neuronale. Si può verificare, quindi, un invecchiamento precoce del cervello con sintomi simili alle demenze presenti nelle persone anziane (demenza d’Alzheimer), sindromi neurologiche, malattie cerebrovascolari ed un aumentato rischio di ischemie ed emorragie cerebrali.
Lo sapevi che:
Dubbi e domande:
Marco,
Quali possono essere gli effetti a lungo termine della cannabis?…
Anonimo,
Assumendo cocaina quali sono gli effetti della droga sul corpo umano?
Il protagonista del film “Wolf of wall street” ha uno stile di vita esagerato, basato sul sesso e sull’assunzione di droghe di ogni tipo…